sabato 8 novembre 2014

Il termine bullismo deriva dalla traslitterazione della parola inglese bullying, (to bull) che significa “usare prepotenza, maltrattare, intimidire, intimorire”. Il bullismo viene definito come una forma di oppressione fisica o psicologica messa in atto da una o più persone (bulli) nei confronti di un altro individuo percepito come più debole (vittima); è caratterizzato da intenzionalità, sistematicità e asimmetria tra gli individui coinvolti, e trova la sua principale collocazione all’interno del contesto scolastico, diffondendosi come fenomeno relazionale che coinvolge e si sviluppa all’interno di un gruppo sociale, il gruppo classe, composto da bulli, vittime e spettatori. Un’altra caratteristica specifica del fenomeno, sono le conseguenze psicologiche che tale fenomeno contribuisce a creare nella vittima, ovvero il senso di inadeguatezza e insicurezza diffusa, il calo del rendimento scolastico fino all’abbandono scolastico, l’abbassamento dell’autostima, l’instaurarsi di comportamenti devianti e di difficoltà relazionali. Il bullismo è un fenomeno relazionale e dinamico, multifattoriale e multidimensionale, che coinvolge non solo il bullo e la vittima, ma nel quale agiscono, con ruoli diversi, anche i cosiddetti spettatori, ovvero gli amici, i compagni di classe; è influenzato dai modelli culturali, sociali, dai vissuti dei soggetti coinvolti, dagli stili educativi e dai modelli familiari, dalle dinamiche gruppali e, ovviamente, dalle caratteristiche personali dei giovani attori. Sono inoltre stati individuati alcuni fattori di rischio e altri di protezione che influenzano l’incidenza del fenomeno: tra i fattori di rischio vi sono le relazioni familiari, il temperamento, le caratteristiche esteriori, le difficoltà personali e i disturbi specifici, e le dinamiche di gruppo in quanto all’interno di quest’ultimo si indebolisce l’identità individuale a favore di quella gruppale, c’è un indebolimento del controllo e l’inibizione delle condotte negative con conseguente riduzione della responsabilità. Tra i fattori di protezione, troviamo le caratteristiche personali, quindi il temperamento, le esperienze pregresse con i rispettivi vissuti, l’empatia, l’affettività, le abilità cognitive, l’interazione sociale, le relazioni familiari e la qualità del contesto sociale e ambientale. Notevole importanza viene rivestita dal contesto scolastico: la scuola infatti, oltre a rappresentare il luogo privilegiato in cui si sviluppano e alimentano le dinamiche tipiche del bullismo, può rappresentare uno spazio che funga sia da contesto protettivo e preventivo, che da deterrente. La realtà scolastica nel suo complesso, infatti, rappresenta nella vita quotidiana del ragazzo un momento importante dell'esperienza sociale, sia come istituzione preposta alla formazione e trasmissione culturale e all'apprendimento cognitivo, sia come ambito relazionale di rapporto e confronto con i pari e con figure adulte di riferimento.
Nel contesto scolastico il ragazzo sperimenta le prime esperienze di vita al di fuori del più conosciuto contesto familiare: la socialità, l’affettività e il riconoscimento dell’altro, e inizia il lungo percorso verso la costruzione della propria identità. In un contesto di sviluppo del sé, sperimentazione dell’autonomia rispetto all’ambiente familiare e relazione tra pari, il bullismo trova ampia diffusione sia per la sua eziologia complessa e multifattoriale, sia per il suo esordio lento e progressivo. Per tale motivo è di fondamentale importanza saper individuare e conoscere i rischi e i primi campanelli d’allarme di quello che può in breve tempo divenire una vera e propria forma di bullismo, nonché possedere strumenti adeguati per sostenere e guidare i ragazzi coinvolti. E’ importante inoltre sottolineare come in una situazione di normale conflitto tra coetanei nessuno degli elementi sopracitati sia presente, e come il conflitto stesso, se orientato e affrontato in maniera adeguata, vada a rappresentare un fattore dalle caratteristiche potenzialmente costruttive; tuttavia la prima causa di sottovalutazione del bullismo è il suo confondersi con la normale aggressività del vivere sociale e scolastico.
Risulta di particolare rilievo infine quanto sia necessario un capovolgimento della visione classica: il bullo non deve più essere considerato come “il cattivo che va soltanto punito” ma come colui che sta esprimendo una difficoltà, di qualsiasi natura essa sia. Il suo comportamento va pertanto contestualizzato e interpretato anche come una possibile richiesta d’aiuto.
In Italia la sperimentazione di progetti di intervento tesi a ridurre il fenomeno delle prepotenze e della violenza nelle scuole ha avuto finora un carattere prevalentemente locale, coinvolgendo singole scuole o realtà territoriali interessate ad affrontare il problema. Allo stato attuale manca nel nostro Paese un investimento più consistente e una valutazione di questi progetti su larga scala così come è stato fatto in altri Paesi europei e occidentali.

CLICCANDO SUL LINK QUI DI SEGUITO POTRAI VEDERE IL VIDEO DI UN BALLETTO MOLTO SUGGESTIVO SUL TEMA "BULLISMO"

http://www.video.mediaset.it/video/amici/danza/461736/-la-cura-.html
 

mercoledì 5 novembre 2014

Il Maestro Manzi...precursore della moderna e-learning

Alberto Manzi nasce a Roma il 3 Novembre 1924, ricorre proprio in questi giorni il novantesimo anniversario della sua nascita. Laureato in Pedagogia, nel 1960 fu scelto per presentare il programma Non è mai troppo tardi che prese il via il 15 novembre, concepito come strumento di ausilio nella lotta all'analfabetismo. La trasmissione andò in onda per ben otto anni, e fu di grande interesse e di grande rilevanza sociale: si stima che quasi un milione e mezzo di persone abbiano conseguito la licenza elementare grazie a queste lezioni a distanza, svolte di fatto secondo un vero e proprio corso di scuola serale. Le trasmissioni avvenivano nel tardo pomeriggio, prima di cena; Manzi utilizzava un grosso blocco di carta montato su cavalletto sul quale scriveva, con l'ausilio di un carboncino, semplici parole o lettere, accompagnate da un accattivante disegnino di riferimento. Usava anche una lavagna luminosa, per quei tempi assai suggestiva.Con essa anticipò i tempi!! Riuscì a fare delle vere e proprie lezioni a distanza, come oggi si è soliti fare da internet, "On-line, ma lui riuscì attraverso solo un'analogico,  arrivando nella case di tutti gli italiani!!! Un vero e proprio predecessore della moderna E-Learning, predecessore delle Tecnologie dell'istruzione!!!


https://www.youtube.com/watch?v=8OKC_BIcnBc

https://www.youtube.com/watch?v=TOQfW4thH0Q

https://www.youtube.com/watch?v=HThbwnhkH2o

sabato 1 novembre 2014

LA DIFFUSIONE DELLE TECNOLOGIE NELLA SCUOLA ITALIANA

Ciao a tutti...tempo fa ho letto questo articolo (http://www.corriere.it/scuola/14_settembre_12/poca-banda-troppo-ferro-ecco-perche-scuola-digitale-arranca-34f6d972-3a63-11e4-8035-a6258e36319b.shtml) e ho pensato che potesse essere interessante poterne discutere insieme. L'argomento trattato è quello dell'importanza della diffusione della rete e dei vari dispositivi tecnologici all'interno delle scuole italiane. Buona lettura! :-)


Don't
keep calm
and unleash
the madness
for Halloween!